cattolici e libertà 
LA DEMOCRAZIA SECONDO L’«AVVENIRE»

   -“ Crediamo che in ogni vera democrazia, in ogni democrazia che abbia il coraggio di se stessa, nella quale i cittadini pur mossi da idee opposte sono fieri di guardarsi negli occhi, in una democrazia insomma civilmente nutrita non tutte le opinioni abbiano la stessa dignità“-
  L’incredibile affermazione su riportata, appartiene a Dino Boffo, l’alfiere della democrazia che dirige l’ “Avvenire”, l’organo di stampa della “Santa Sede”.
  Il Boffo, in un editoriale sul numero di oggi (13 -5-05), rammaricandosi che -“quello che una volta era il grande giornale della famiglia Agnelli“- dia spazio ad opinioni contrarie alla sua, tradisce tutta la sua irritazione per un fondo di Michele Ainis, pubblicato ieri sul quotidiano torinese, nel quale si evidenzia come l’astensionismo “militante” al quesito referendario sulla fecondazione assistita sia una frode alla Costituzione.
  Per Dino Boffo, la tesi di Michele Ainis, è un’impostura spiegabile con -“il nervosismo che egli stesso tradiva a proposito di una diffusa volontà che si registra in giro di non andare al voto“-.
  Evidentemente, il signor Dino Boffo, accecato dal livore tipico dei bari scoperti a truccare le carte, non si rende conto che il nervosismo più evidente è quello delle gerarchie ecclesiastiche che sanno di non rappresentare più da tempo il sentire del Paese e temono che come già accadde per il divorzio, il referendum possa evidenziare l’abisso che separa la Chiesa da una nazione ormai da tempo laicizzatasi.
  Ma c’è anche un’altra affermazione del Boffo che ci ha colpito nel suo articolo sull’ “Avvenire”: -“Quando a convocarci invece sono poco più di 500 mila cittadini, sui 50 milioni con diritto di voto, beh, quest’obbligo evidentemente non esiste“-.
  Ci chiediamo infatti se il Boffo la pensasse così anche negli anni in cui furono i cattolici a chiedere l’abrogazione della legge che, introducendo il divorzio in Italia, traghettava il Paese dal medioevo alla modernità.
  Ne dubitiamo. Ma non ci stupiamo.
  I cattolici sono da sempre espertissimi nello scegliere, a seconda dei vantaggi e delle convenienze, tra la democrazia ed il suo contrario.
  Basta ricordare la vicinanza tra il Vaticano ed il cavalier Mussolini Benito.
  O la visita di Wojtyla a Pinochet in Cile.

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