Insomma basta, non se ne può più, arrivano, arrivano, non hanno paura di niente, arrivano a migliaia, non temono l’inflazione italiana, non si preoccupano del processo breve o delle leggi ad personam, sanno solo arrivare, e sbarcano più o meno vivi , più o meno accompagnati, più o meno morti di fame o incinti, sono i tunisini e gli altri magrebini che hanno invaso Lampedusa.
Ma come è possibile che nessuno ci abbia pensato prima, spesso la risposta più semplice è quella giusta, ci vuole solo un po’ di coraggio e poi tutto si risolverà: diamo Lampedusa alla Tunisia. Cediamola, regaliamola, è molto vicina alle loro coste, vorrà pur dire qualcosa. Già nel Medioevo gli Arabi la usavano come scalo per le scorrerie nel Mediterraneo, restituiamogliela come abbiamo fatto con Istria agli Sloveni e con Nizza ai Francesi. Chissà se, dopo, arriveranno ancora tunisini, non ci sarà più gusto, sarebbe come andare a Capri per un napoletano in cerca di lavoro o in fuga dalla Camorra e dalla spazzatura: una cosa assurda. E poi non perdermmo tanto, non c’è petrolio, è solo un isolotto senza case colorate, mica è Portofino, non c’è nemmeno un Casinò. Se vorremo potremmo andarci da turisti e pagando con i dinari avremmo pure un bel risparmio. Bossi sarebbe contento, si risolverebbe il problema degli sbarchi ed anche al premier, in futuro, potrebbe tornare utile una casa nella neo tunisina Lampedusa, Hammamet non è più di moda.