SCISSIONI E CENTRALISMO DEMOCRATICO

   Il “centralismo democratico”, obbliga gli aderenti ad una formazione politica ad adeguarsi alle decisioni scaturite da un libero dibattito.
  A chi sostiene che questo metodo non sia democratico , ricordiamo che in democrazia è essenziale discutere e dissentire, ma che è altrettanto essenziale rispettare, pur continuando a tenere vivo il dibattito intorno alle proprie posizioni, le decisioni che a maggioranza sono state assunte, senza minacciare continuamente scissioni e fuoriuscite dall’organizzazione politica in cui si milita.
  Il superamento del principio di accettazione delle decisioni prese a maggioranza, favorisce una frammentazione nella quale ogni particella è portatrice di una piccola porzione di ragioni, che però isolate e slegate da un disegno complessivo diventano sterili e velleitarie.
  Sarebbe bene che di ciò tenessero conto, ad esempio, in Rifondazione Comunista, Cannavò e i sostenitori della sua linea, che in disaccordo con la maggioranza del partito, annunciano, per settembre, un’ennesima scissione a sinistra.
  Ovviamente per costituire un ennesimo gruppuscolo portatore di buone, anzi probabilmente, ottime ragioni.
  Di fatto, per costruire un ennesimo gruppuscolo di fatto totalmente ininfluente sul piano delle conquiste sociali, ma spendibile unicamente su quello dei giochetti di equilibrio politico che ormai tanto disgustano il Paese Civile.

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